La centralina Pavonesca sull'inquinamento atmosferico
Inquinamento atmosferico:
Ultimamente si è sempre di più trascurato il nostro pianeta, inquinandolo e rovinando fauna e flora dei vari territori, riducendo sempre di più le risorse di cibo e di acqua potabile, aumentando il livello del mare e abbassando quello dei ghiacciai, vivendo in un mondo dove l’aria pullula di agenti inquinanti che fanno ammalare persone e animali, incrementano le malattie e causano anche il surriscaldamento globale.
Si è cercato di contrastare questi effetti negativi in vari modi, ma ancora non basta. Ci si è resi conto che l’inquinamento atmosferico gioca un ruolo pericoloso, ma ancora non si sa dove e come combatterlo. Grazie a queste centraline, si possono piazzare in diverse zone dei centri abitati per poter sensibilizzare le persone su quanto la loro zona è inquinata e permettergli di chiedere ai propri comuni, regioni, provincie e allo Stato di prendere i giusti provvedimenti per poter abbattere l’inquinamento misurato dal PM10 e dal PM2.5 e così agire in luoghi mirati riducendo così la dispersione di fondi economici atti a ridurre l’inquinamento.
Cosa misura:
La centralina misura i valori ambientali di temperatura in gradi, di umidità relativa percentuale, di PM10 in µg/m3 e di PM2.5 in µg/m3, inoltre offre una misura normalizzata sia di PM10 sia di PM2.5. Per misurare la temperatura e l’umidità relativa, si è usato un sensore con tecnologia CMOS denominato DHT11 ideato dalla Adafruit, mentre per la misura del PM10 e PM2.5 si è scelto un sensore con tecnologia scattering SDS011.
Come vengono usati questi dati:
l’idea è quella di creare una rete condivisa e sociale dei dati ambientali raccolti per permettere di fare delle valutazioni sull’inquinamento atmosferico grazie ad una mappa dove vengono registrati i vari dispositivi e i loro rispettivi valori. Le centraline sono capaci di rilevare i dati ogni 3 secondi, ma si è preferito fornire una rilevazione ogni cinque minuti, in quanto i valori ambientali non hanno una variazione istantanea e questo ci permette anche di non intasare le reti con dati pressoché approssimabili tra di loro e quindi far consumare meno dati di navigazione. Potete trovare la mappa con tutta la rete delle centraline condivise su questa pagina: http://pavonepmdieci.altervista.org/.
La centralina così pensata è in grado di monitorare e dare un primo impatto sulla situazione ambientale presente, per permettere di dare delle valutazioni sull’inquinamento atmosferico, e dare possibili previsioni meteo di massimo 6 ore antecedenti.
I dati delle centraline possono essere raccolti non solo per monitorare e valutare la situazione di un ambiente esterno ma anche di un ambiente interno e, in questo caso, anche per rilevare lo stato di comfort che ogni persona potrebbe percepire dall’aria presente in una stanza. In linea teorica, i valori calcolati di PM2.5 possono essere anche usati per rilevare la troppa presenza di fumo (fumo di sigarette, fumo provocato da incendi, ed altri…) o l’elevata presenza di alcuni virus e batteri ed altre particelle (come sabbia) abbastanza grandi da essere rilevati dalla tecnologia scattering.
A seconda dell’impiego per cui si usano questi dati, si possono costruire applicazioni di monitoraggio e sorveglianza per il quale si può prevedere un buon intervento con una buona valutazione delle varie situazioni ed applicazioni.
Ad esempio i comuni possono usare queste centraline come fanalino d'allarme per quando l'inquinamento atmosferico è elevato rispetto ai valori standard dettati dall'ente di controllo e per i loro cittadini onde evitare che possano contrarre malattie o problemi di salute gravi derivate da queste situazioni ambientali inquinate.
Un altro impiego lo si trova dentro gli stabilimenti di industrie che usano sostanze o processi chimici dove vengono rilasciate nell'aria particolati pericolosi per la salute dell'uomo, o addirittura in ospedali o in cliniche per evitare la diffusione di germi, virus e batteri abbastanza grandi da essere rilevati dalla centralina.
Problemi rilevati:
Si sono dovuti linearizzare i dati di PM10 e PM2.5 con una normalizzazione basandosi sui valori di umidità perché, quando l’aria è molto umida, le particelle di PM10 e PM2.5 sono molto più attaccate tra loro e più pesanti, nella tecnologia scattering queste particelle, occupando maggiormente spazio vengono così più volte scansionate e rifiutate dalla lettura, fornendo un dato non corretto. Grazie alla normalizzazione, si può seguire l’andamento della curva dell’inquinamento, ma questo dato si avvicina solo al dato teorico, ma è affetto da molti più errori e approssimazioni.
La presenza di vento rende molto più difficile la giusta rilevazione di PM10 e PM2.5 nell’aria, per abbassare questo rischio, si è optato a mettere delle veneziane alettate come “bocchette di prelievo e reimmissione dell’aria” che servono anche per proteggere il contenuto della centralina dalla pioggia. Inoltre, si consiglia di installare la centralina in luoghi il più possibile riparati dalle intemperie e dal vento in modo da evitare che troppi errori nella lettura dei dati.
I colori della plastica con cui si realizzano le centraline, anche se possono essere in PLA o ABS, devono essere tra le tonalità di giallo chiaro, giallo ocra o bianco caldo, bianco freddo, perché le lunghezze d’onda di questi colori permettono di trasferire meno calore dall’esterno all’interno quando il sole batte coi suoi raggi sulla centralina, e preservano la veridicità dei dati misurati.
Se siete interessati a vedere le rilevazioni della nostra centralina in azione, vi invitiamo a visitare il seguente link: http://pavonepmdieci.altervista.org/.
Per ulteriori informazioni o per poter richiedere la tua centralina personale, puoi sempre contattarci.